Prodotti Tipici del territorio

Ecco il capitolo più prelibato che, siamo sicure, sarà un aspetto del vostro viaggio che davvero non dimenticherete.

La cucina dell’Agro Pontino e dei Monti Lepini che lo circondano e’ una cucina di terra e di bosco, dove i sughi sono a base di carne e le verdure sono quelle accoppiate alla vigna (fave, carciofi, piselli, per gustare la bazzoffia). Una cucina di sostanza….. paste stese a mano, preparando semplici impasti di acqua e farina o con uova e farina.

Prima dei coloni, ad esclusione dei pochi pescatori, erano i lestraioli gli unici abitanti seppur stagionali della pianura. Nella lestra, una piccola capanna recintata, vivevano pastori, boscaioli e carbonai scesi dalle colline per popolare la pianura da settembre a giugno e approfittare di quanto le lagune, le foreste e i pochi campi potevano offrire.

Nella Lestra si mangiavano cosce di rana marinate e granchi di fosso al cazzimperio (in pinzimonio), ricotta e i pesci che non potevano essere venduti come l’anguilla. Anche la selvaggina non mancava sul tavolo delle capanne e cinghiali, fagiani, folaghe e caprioli arricchivano di proteine nobili la dieta della lestra. Ma questa dieta è ben lontana da quella della attuale tradizione gastronomica pontina.

Nella cucina pontina moderna i malfatti mantovani trovano posto nei menù casalinghi e in alcuni ristoranti accanto ai risi e bisi di veneta origine, e le minestre a base di orzo di nordica vocazione accanto alle lasagne (maltagliati) ciociare condite con sontuoso ragù all’emiliana (quello con la carne al coltello).

La polenta, tipico piatto veneto, trova ampio spazio sulle tavole pontine, ma si degusta con sughi di carne, spuntature o salsicce. I carciofi di Sezze, cui è dedicata una sagra, vengono cucinati alla “matticella”. Sui Monti Lepini troviamo la zuppa di pane e fagioli, l’abbacchio e la capra al sugo.​

I Prodotti

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Olio

Durante le nostre passeggiate in bicicletta o a piedi vi colpiranno i vasti uliveti adagiati dalla pianura alla collina. E’ un territorio che può contare su un patrimonio di oltre 10.000 ettari di ulivi che producono un olio di qualità, grazie alla sapiente tradizione tramandata di famiglia in famiglia.
Etichette premiate, antichi oleifici, degustazioni saranno presentati durante il tragitto per farvi scoprire il territorio non solo con la vista ma anche con il palato. Sarà interessante anche scoprire le storie delle famiglie che si dedicano da generazioni con grande passione. Collaboriamo proprio con alcune aziende agricole rinomate che ci ospiteranno per mangiare e dormire.

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Vino

Anche dal punto di vista della ricchezza enologica l’Agro Pontino non è assai celebrato. Almeno non tanto quanto regioni che hanno una tradizione consolidata. Si parla di acqua e palude, il vino sembra distante anni luce. E invece siamo sicure che sarà una sorpresa oltre ogni aspettativa quando vi porteremo per cantine ad assaggiare i vini locali. Sono ben
quattro le denominazioni caratterizzate: Cori, Aprilia, Circeo e Terracina.
Ogni realtà ha la sua storia, filosofia ed evoluzione, il modo di lavorare tra i filari di vite e nelle cantine. Quasi una trentina le aziende che ormai producono con serio impegno del vino che in molti casi ha ricevuto riconoscimenti internazionali.
Anche con tali cantine collaboriamo e nel percorso collinare saremo ospiti proprio di una prestigiosa azienda produttrice di olio e di vino.

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Produzione Kiwi

Diversa ma non meno importante è la vicenda del kiwi di Latina. L’actinidia, pianta originaria della Cina, dall’inizio del secolo scorso è stata oggetto di numerosi esperimenti di acclimatazione e attualmente il maggior produttore mondiale è la Nuova Zelanda. A Cisterna agli inizi degli anni Settanta fu sperimentata la coltura del kiwi che nel giro di trenta anni è diventata uno dei tratti distintivi della produzione agricola pontina. Il clima, temperato e al sicuro da gelate, e il terreno vulcanico e sabbioso hanno reso possibile non solo il successo della sperimentazione, ma anche l’ottenimento dell’IGP.

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Mozzarella di bufala

Tutta l’area compresa tra i Monti Lepini, il mare e il confine con la Campania rientra nell’area di produzione di una delle principali DOP italiane: la mozzarella di bufala campana. Il bufalo, allevato per le sua resistenza e per la sua capacità di adattamento, era praticamente l’unico animale in grado di sopravvivere nelle paludi. Il bufalo è stato un protagonista, mai adeguatamente ringraziato, delle bonifiche dell’Agro romano e pontino. Erano bufali quelli che trainavano i carri e dissodavano i terreni, erano le bufale a fornire il sostentamento ai bonificatori e soprattutto erano i bufali a tenere puliti i canali. Il problema secolare delle bonifiche non era tanto il lavoro di prosciugamento in se, quanto piuttosto la conservazione delle opere.