Torrecchia Vecchia

Torrecchia Vecchia altrimenti noto in passato come Torricula, a nord della città, fu un castello edificato intorno al 1100, passato nel secolo XIV ai Conti, apparteneva a fine secolo XVIII ai Borghese e venne progressivamente abbandonato.

Negli anni ottanta l’area passò nelle mani dell’imprenditore Carlo Caracciolo che trasformò le rovine del castello e del borgo agricolo seicentesco in una giardino privato valorizzato da giochi d’acqua, creazioni floreali, piante particolari e opere d’arte.

Ai lavori per la valorizzazione della tenuta, Caracciolo chiamò a lavorare alcuni fra i maggiori artisti del XX secolo come l’architetto Gae Aulenti, il designer del verde Dan Pearson e il pittore Tullio Pericoli.

La villa viene aperta in pubblico solo in occasioni particolari. È stata dichiarata “monumento naturale”.

Visite ed escursioni

Oltre alla parte destinata ad azienda agricola e a quella, ampia, lasciata allo stato naturale, troviamo l’’hortus vero e proprio, due ettari di paradiso che circondano un granaio del Seicento trasformato da Gae Aulenti nella dimora dei proprietari.

Racchiuso da mura duecentesche, il giardino mostra le caratteristiche codificate da Russell Page e in particolare la gradualità nel passaggio tra le varie «stanze», sezioni che quasi sfumano le une nelle altre.

Dal giardino classico, con bossi e aiuole regolari, si passa alla parte moderno-romantica, dove si ammirano piante di rara bellezza quali la cianotis (il nome si lega al colore azzurro), la davidia o «albero del fazzoletto» (per la forma dei fiori, che sbocciano per la prima volta dopo 15 anni), la bignonia ricasoliana, pianta dai fiori tubulari che ricopre le rovine del XIII secolo.

Inoltre, l’’inebriante percorso continua incontrando la banksia, rosa senza spine, e la rosa cinese dalla fioritura continua, l’’iris della sposa, la giacaranda, piantata da Caracciolo in persona (e Giacaranda è il nome di sua figlia), le canfore profumate e dal verde intenso, i liburni, i lecci, le ninfee dello stagno.