MONTI LEPINI “TERRE DI CONFINE”

Cori , Sermoneta e Norma

Mentre passeggeremo tra le strade dell’Agro Pontino, avremo da una parte il mare e dall’altra i colli Lepini con i paesi medievali accovacciati sui rilievi da cui si domina il panorama.

Le distanze che separano l’agro pontino con le sue citta’ – Latina , Sabaudia e Pontinia – dai monti e’ solo temporale e non spaziale.

Gli antichi paesini, alcuni di fondazione preromana, che cingono a corona i monti, sono stati per secoli avamposti fondamentali lungo le vie di collegamento con il sud; confini tra luoghi abitati e la pianura vuota e nemica con le sue paludi.

Dalla pianura alla collina cambia la morfologia del territorio e cambiano le genti, ai coloni si sostituiscono abitanti millenari, alle indefinite identita’ pontine , si affermano forti amori verso il proprio paese come Cori, Sermoneta, Norma, Sezze, Priverno, Bassiano… Il Monte Semprevisa con i suoi 1536 metri è il rilievo più alto della catena dei Monti Lepini.

Anche questo percorso, dove troveremo pastori che ancora fanno la ricotta e si arrampicano a dorso di mulo, sarà una delle nostre mete. La flora è molto varia in quanto sia la quota sia l’esposizione di questi monti sono altrettanto variabili. Mentre sui versanti più bassi ed occidentali abbonda la macchia mediterranea, nelle zone elevate ed esposte a nord si stendono fitte faggete.

Particolare menzione merita la Selva di Cori, dove vi porteremo in passeggiata, un bosco di essenze miste sito nella zona più nord-occidentale del comprensorio, tra Cori e Norba, nel territorio compreso fra il Monte Lupone e il Monte Arrestino. Molto ricca è la fauna avicola, rappresentata dal falco pellegrino, dal corvo imperiale, dall’aquila reale, dal falco lanario e dall’avvoltoio capovaccaio.

È presente anche il lupo, le cui cucciolate sono state rese oggetto di una caccia spietata nella zona. Forse l’episodio culminante di questa opera distruttiva fu raggiunto nel 1983, quando un cucciolo di lupo (morto) fu barbaramente inchiodato da alcuni vandali sul portone del municipio di Carpineto Romano.

Colpisce in questa area montana la vicinanza al mare, solo 15/20km, che si può osservare con le isole ponziane all’orizzonte.

I Paesi

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Cori

Colonia Latina,citata già da Livio nel 503 a.C. e conquistata da Roma nel 493 a.c. È un piccolo comune che conserva un bellissimo centro storico e tradizioni molto forti, come testimonia il “Museo della Citta’ e del territorio. Il paese ha una buona produzione di vino il “Cori” rosso e bianco, ha ottenuto da molto tempo la Doc. Un assaggio va fatto alla “Pizza Frella “ impasto di pane lievitato e condito con ricotta fresca di pecora. Ma un prodotto assolutamente da provare e’ il prosciutto cotto al vino di Cori, stagionato 16 mesi e cotto nel vino bianco. Ogni anno a giugno si tiene il Palio della Madonna del Soccorso e a luglio il Palio di sant’Oliva, patrona della città, con tanto di carosello storico con gare di destrezza e abilità, la sfilata con costumi del XVI secolo e gli sbandieratori di Cori, conosciuti in tutto il mondo​.

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Sermoneta

Quando vi porteremo a Sermoneta penserete improvvisamente di essere dei feudatari e ascolterete gli echi di battaglie tra eserciti papali e quelli di antiche casate. E’ stata la residenza principale della famiglia Caetani, che possedeva la gran parte delle terre a sud di Roma. I fasti di questa antica famiglia sono ben rappresentati dal castello ancora splendidamente conservato che domina il paese e ne costituisce il più alto punto di riferimento architettonico e storico della struttura urbana. Particolarmente sentita a Sermoneta è la festa di Sant’Antonio Abate e la concomitante Sagra della Polenta che, al contrario di quanto si può pensare, è un alimento presente da molto tempo nel paese. Addirittura si attribuisce la comparsa della farina di mais direttamente ai Caetani. Nel 1504 Guglielmo Caetani, rientrato dall’esilio cui era stato costretto dai Borgia, portò con sé un sacchetto di semi di mais, recuperato chissà dove, e nei puoi possedimenti iniziò a coltivare quello strano cereale. I primi a sperimentare la polenta pare siano stati i prigionieri che la ebbero in sostituzione della loro polentina di grano. In breve tempo, sostengono i sermonetani, la polenta di mais entrò nelle abitudini alimentari dei pastori prima e di tutta la cittadinanza poi. La storia di un illustre cittadino di Sermoneta sembra confermare una presenza piuttosto antica della polenta: Leonardo Scincia, governatore papale in un piccolo centro vicino a Bologna, nel 1622 istituì la festa della polenta nell’ultimo giorno di carnevale. Che Scincia abbia portato con sé le tradizioni sermonetane o abbia importato quelle bolognesi non è dato saperlo, ma comunque nella domenica più prossima al 17 gennaio Sermoneta celebra il santo con la processione, la benedizione di campi e animali e la polenta con le salsicce.

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Norma

Se dall’Agro Pontino guardiamo verdso i paesi che cingono la fascia collinare, ci stupiremo come il costone roccioso che ospita le case di Norma, sia così a precipizio. Questo centro medievale, legato nelle vicende storiche a Ninfa e Sermoneta, ospita quattromila abitanti, sempre molto attivi nella preparazione di sagre e feste patronali, attività socioculturali ed esplorazioni. La via principale che attraversa il centro storico è da sempre una sorta di isola pedonale, frequentata giorno e notte da coloro che sono abituati ad incontrarsi. La notizia più antica relativa a questo centro è del 745 quando la propeità del demnaio imperaile fu donata a Papa Zaccaria. La chiesa parrocchiale, medievale, ha rivelato una serie di affreschi rinascimentali. La parte più soprendente di Norma è quella antica ridsalente al quarto secolo a.c. Si chiamava Norba, era una città romana che, durante la guerra civile tra Mario e Silla, preferì la distruzione alla resa a quest’ultimo. I reperti tratti dall’area archeologica sono conservati presso il Museo del vicino paese. Norma merita una visita, oltre che per ammirarne la bellezza, per la sua posizione che dall’alto dei monti Lepini domina la Pianura Pontina , anche per la presenza di uno dei musei più singolari della zona: il Museo del Cioccolato “Antica Norba”.